Erano i Pagano di origine napoletana. Il padre di Rosina, Giuseppe, alto funzionario borbonico, aveva sposato Giuseppa Andò, sorella di Flavio, grande attore drammatico, compagno d’arte e amante di Eleonora Duse. Giuseppe Pagano fu padre prolifico, secondo la tradizione familiare, la moglie portò avanti ventiquattro gravidanze; alla sua morte lasciò otto figli viventi, la più piccola era Rosina.

Nonostante l’aiuto e la protezione di un fratello, Giovan Battista Pagano, a lungo pro-sindaco di Palermo, una così numerosa famiglia senza alcun sostentamento dopo la morte del marito, creò a donna Peppina non poche preoccupazioni e una vita di stenti. Le sue remore nei confronti del rapporto che nasceva tra la minorenne Rosina e il giovane Pepè non erano del tutto infondate. Agli incontri rari e difficilissimi, resi possibili dalla complicità dei fratelli di Rosina, Salvatore e Agatina, si alternarono lunghe attese di Pepè in via Spedale, dove i Pagano abitavano e poi lettere e lettere, che si conservano ancora, nelle quali contrasta la scrittura forbita di Peppe con quella assai più incerta e approssimativa di Rosina, nella quale ricorrono spesso errori ortografici e grammaticali.

Nell’agosto del 1854, di nuovo imperversava il colera che in due anni causò 40.000 morti in Sicilia dei quali un buon quarto a Palermo. All’angoscia per l’epidemia si aggiunsero il collasso dei commerci, la miseria, la disperazione popolare. Nonostante le avversità delle famiglie, nell’agosto del 1855 Rosina, che aveva appena compiuto 18 anni e Pepè che non ne aveva ancora 21, presero la via dei fatti. Il loro matrimonio venne poi formalizzato il 27 ottobre 1855 in Municipio dal sindaco Saverio Balsano e il giorno seguente fu celebrata la cerimonia religiosa in Cattedrale.

Giuseppe, che amò appassionatamente Rosina fino alla fine dei suoi giorni, le fece confezionare dai migliori sarti della città elegantissimi abiti. Quando nel 1962 Luchino Visconti venne a Palermo per girare Il Gattopardo, i costumisti si recarono da Giuseppe jr, nipote del capostipite, per avere copia delle fotografie che Giuseppe sr scattò alla sua sposa per riprodurre i modelli che avrebbero indossato gli attori durante le riprese del film.

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